HOME PAGE

Campotamaso Indica  La Storia Indica  I Personaggi  Indica Germano Antoniazzi

Germano Antoniazzi nasce nel 1928 da Emilio Antoniazzi e Antonietta Maria Bertò. E’ il primo di sette fratelli. Una famiglia molto unita e a me molto cara. Non è per questo che cito il personaggio in questa rubrica, ma per le qualità umane ed il contributo che una simile figura ha dato lustro al paese di Campotamaso.

Ci sarebbero molte cosa  da scrivere, il suo impegno assoluto per il paese e per gli alpini ne fa una figura di primo piano della vallata. Lo ricordo come cugino sempre pronto al sorriso (Janino, come vala), mentre guardo una vecchia foto con lui e mio fratello Valerio a cavalcioni delle loro biciclette quando nel 1950 andarono a Roma per l’anno santo (che faticaccia). Sempre speranzoso in Dio e nella Madonna, a cui lui era devoto, anche nei momenti meno belli della sua vita. Le mie mille parole potrebbero essere insignificanti e allora allego una lettera speditagli da Dino Danieli, presidente nel 1999 della sezione ANA di Valdagno quando Germano era da tempo immobilizzato.
E’ pubblicata anche sul volume “Primissima Valdagno accolse gli Alpini d’Italia

  Da Dino Danieli a Germano Antoniazzi - anno 1999 

Caro Germano, con comuni amici alpini mi sono trovato a cena alcune sere fa ed il discorso è caduto sulla tua persona. Dalla discussione è nata l’idea di farti pervenire un riconoscimento per iul lavoro che negli anni hai svolto a favore della Sezione - si parlava di targhe, pergamene, targhe onorifiche - ma nessuna delle proposte è stata ritenuta idonea. La verità è che ci sentiamo tutti colpevoli di non riuscire a farti visita, di non farti sentire quanto ci manchi. Diamo colpa al ritmo della vita, ma è una scusa: è la nostra pigrizia a farla da padrona. Ecco il perchè di questa lettera aperta, fatto non aituale per il nostro notiziario. Ci conosciamo da una vita: quando io sono diventato Presidente tu eri già in Consiglio. Un giorno sei arrivato con un “santino” dove c’erano due foto del capitello degli Spigoli, prima e dopo il restauro fatto per tua iniziativa, ed una bellissima preghiera alla Madonna da te composta e già questo mi aveva colpito. Sei stato la mia coscienza critica; quando abbiamo restaurato la Casetta dei Nani mi dicevi che non dormivi alla notte per paura di non trovare volontari che aiutassero..., paura dei debiti che si stavano accumulando... Del resto, l’esperienza della tua vita ti diceva che quello che hai fatto era stato conquistato con sacrificio e costanza, lavorando una vita “in fabbrica” senza che nessuno ti regalasse niente. La tua qualità migliore è sicuramente la costanza: non si può altrimenti alzarsi tutte le mattine alle cinque, fare mezz’ora di ginnastica e poi un’ora di corsa lungo le strade della Miniera e dei Vegri per seguire alla lettera i consigli dei medici. Dicevi che poi ti sentivi in forma ed era vero! Purtroppo questo non è bastato; sono passati due anni dca quando la malattia ti costringe da casa all’ospedale. So che gli alpini di Campotamaso. del Maglio di Sopra e di Valdagno ti vengono a trovare, mi dicono che sei sempre un combattente, un duro anche se talvolta il morale viene meno. Ricordo le tante volte che assieme abbiamo rappresentato la nostra sezione: alle riunioni del Triveneto, al Sacrario dei Caduti d’oltremare di Bari, alle adunate nazionali, con la tua macchina fotografica a tracolla a documentare quegli avvenimenti per il nostro notiziario. Ecco: la ricerca, mantenere memoria degli avvenimenti, raccogliere i frammenti della nostra storia e tenerli uniti erano la tua passione. Una tua ricerca, fatta negli anni Settanta, sulle tradizioni della nostra terra è stata recentemente premiata. Il coro “Amici dell’Obante”, pochi mesi fa, ha partecipato e vinto il primo premio ad un concorso corale a Verona presentando uan vecchia cantilena che tu avevi raccolto attraverso il racconto orale di alcuni anziani. “Fora febraro” si chiama la canta presentata al consorso e rievoca il canto popolare che da sempre i nostri antenati, nell’ultimo giorno di febbraio, intonavano per “ciamar marso” e con esso la primavera. Le strade dei paesi si riempivano di questa canzone accompagnata dal frastuono chiassoso di qualsiasi oggetto potesse produrre rumore. La passione per il canto e per gli alpini hanno sempre accompagnato le tue azioni. Il coro Amici dell’Obante, il coro delkla CHiesa del Maglio di Sopra, il coro Le Stelaresse, il coro della terza età con il quale intrattenevi gli ospiti delle case di riposo, ti sono sempre stati compagni di vita, assieme agli alpini di Campotamaso e della Valle dell’Agno.

   Caro Germano, sei sempre nei nostri cuori e non può essere altrimenti. Molte delle cose che ora i gruppi organizzano normalmente sono partiti da una tua iniziativa: la partecipazione al raduno del Monte Ortigara, gli incontri con i disabili del CEOD, il pranzo con gli anziani, la sfilata del carnevale, le feste della comunità. Nella tua persona si unisce l’amore per la terra dove si è nati, il ricordo dei compagni che non sono tornati e la voglia di continuare a far vivere le cose semplici e genuine della comunità mopntanara e contadina. QUando vengo a trovarti mi sa sempre impressione vedere, in bella mostra, tutta la collezione del nostro mensile nazionale “L’Alpino” rilegata per annate, assieme alla raccolta di tutti i numeri del nostro notiziario: solo uno che ha gli alpini nel profondo del cuore agisce così!

  Coraggio Germano, tieni duro. Con affetto

                                 Dino Danieli

Designed by Giannino Bertò - Versione 7.0 - Gennaio 2016 - Prima stesura: Agosto 1998
Il materiale pubblicato in questo sito è ”proprietà  intellettuale” dell’autore o delle fonti citate. E’ possibile la sua duplicazione e/o pubblicazione solamente se accompagnata dal riferimento della sua provenienza e dell’autore del/dei brani.