L' ambiente geografico interferisce nel formarsi di ogni civiltà (e l'uomo modella a sua volta l'ambiente nel quale vive) incidendo in misura maggiore sugli stadi di sviluppo meno avanzati e in maggiori condizioni di isolamento, tanto che si può dire che in ogni valle, e non solo in ogni valle, esistessero in passato delle particolari civiltà.
La valle dell'Agno è una valle chiusa, ma non sbarrata, se non a Nord, ai facili contatti con le popolazioni limitrofe. Lungo l' agevole percorso del fondovalle sono risalite dalla città, almeno fino a Valdagno, le conquiste del progresso e quelle della cultura evoluta; ai lati le modeste quote collinari dello spartiacque hanno favorito il contatto verso Oriente con la più aperta Val Leogra e verso Occidente quello con le altre più chiuse valli risalenti verso i Lessini. A Nord, negli insediamenti gravitanti attorno a Recoaro, si riflettono aspetti maggiormente locali, più conservatori, dovuti al maggior isolamento causato dalle difficili comunicazioni: non si dimentichi che Recoaro venne collegato a Valdagno con una carrozzabile soltanto all'inizio dell'Ottocento. Solo nei pascoli ad alta quota di Recoaro, e in misura molto modesta a Nord di Castelvecchio, si è sviluppato il fenomeno dell'alpeggio. Ovunque prevalgono gli insediamenti a contrada; ma all'altezza di Valdagno, oltre il non molto spazio pianeggiante lambito dall'Agno, sulla destra orografica i pendii più distesi e meno rocciosi - ma anche meno soleggiati, più freddi, come annotava il Maccà, hanno favorito il sorgere di più consistenti nuclei abitati, come Piana, Cerealto, Castelvecchio, Campotamaso, San Quirico, più o meno separati dal centro, mentre sulla sinistra, a parte Novale parzialmente integrato con Valdagno, esistono quasi solo contrade sparse non molto dense di case. Qui la maggior rattezza dei pendii fa sì che siano più ripidi i terrazzamenti sorretti dalle masiére, e il più diretto soleggiamento ha favorito aperture maggiori nei volumi delle case che nell'altro versante appaiono più compatte. Oltre che sugli edifici, la diversa esposizione al soleggiamento ha inciso anche sulla diversità delle colture e talora anche sugli attrezzi e sulle pratiche. La natura delle rocce, che sono di origine vulcanica, e quindi scure, in alto, e di natura calcarea, e pertanto chiare, in basso, ha fatto sì che tutti i manufatti realizzati con esse, e in particolare le case, assumessero aspetti diversi. Scendendo maggiormente verso il piano la valle si va aprendo, le quote e i pendii si smorzano e l'aspetto paesaggistico assume caratteri più comuni a tanta altra parte del territorio vicentino. Mentre attorno a Valdagno e nei comuni ad esso periferici l'attività quasi esclusiva (ad eccezione di quella termale, piuttosto recente, di Recoaro) era quella agro-silvo-pastorale, nel centro di Valdagno, anche grazie alla sua posizione favorevole, si sono sviluppati l' artigianato e le attività di servizio; si è potuto vivere di rendita del lavoro degli altri, come può testimoniare la presenza di ville e di conventi.
Le caratteristiche geografiche hanno dunque avuto notevole importanza nel dare a tanti aspetti culturali una particolare impronta, che ora appare in maniera più evidente, ma che più spesso è inavvertibile o quasi. Ad esempio, allorché nel canto "La triste storia di Rosina" la ragazza dice: "E femi far 'na lapide / de piera rossetina / ché sora ghe sia scrito / la fine de Rosina", è molto probabile che il richiamo alla piera rossetina non serva solo a far rima con Rosina, ma derivi dalla presenza nella valle della scaglia rossa veneta.
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